The Shalalalas
Interviste

The Shalalalas, un colpo di fulmine tra la chitarra di Alex e la voce di Sara

Un colpo di fulmine tra la chitarra di Alex e la voce di Sara, così nascono i The Shalalalas. Formatosi nel 2013, il gruppo richiama quelle atmosfere delicate e sognanti perfette per fare da colonna sonora a film e programmi televisivi. In tanti anni di musica – tra l’eleganza del dream folk e l’accessibilità dell’indie pop – i ragazzi sono cresciuti rimanendo sempre fedeli a loro stessi. In questa intervista ci hanno parlato dell’ultimo EP Silly vain details, dell’avventura sonora con L’Allieva e di molto altro…

(foto: Agnese Carinci)

Per prima cosa una breve presentazione: scegliete tre generi cinematografici per descrivere la vostra musica!

Commedia, indipendente, western.

Il brano A Week è stato scelto come sigla de L’Allieva e siete presenti in prima persona in alcuni episodi dell’ultima stagione, com’è nata questa collaborazione? E com’è stato recitare nella serie?

Una sera del 2015 ci arriva un messaggio su Facebook: “Ciao, sono un vostro fan, sto girando una serie e mi piacerebbe lavorare con voi. Questo è il mio numero”. All’inizio abbiamo pensato fosse uno scherzo, poi abbiamo chiamato quel numero ed era veramente Luca Ribuoli, il regista della prima stagione dell’Allieva. Luca ci ha invitato ad assistere alle riprese e ci ha fatto subito sentire a nostro agio. Alla fine sul set ci è bastato essere noi stessi.

Poi in generale molte altre vostre canzoni hanno fatto parte della sua colonna sonora, cosa vi lega in particolare al mondo del cinema e delle serie tv? Qualche titolo che vi sta particolarmente a cuore?

Fin dal nostro primissimo EP ci hanno detto che la nostra musica si prestava benissimo alle immagini, perciò è stato un percorso molto naturale per noi. Quando scriviamo una canzone ci immaginiamo un set e dei possibili protagonisti. Siamo molto legati a Juno, che è stato un punto di partenza fondamentale nel costruire la nostra estetica e il nostro immaginario. Nella colonna sonora poi ci sono alcune delle nostre band preferite, dai Belle and Sebastian ai Velvet Underground passando per i Moldy Peaches.

Lo scorso settembre è uscito l’EP Silly vain details ma purtroppo sarà difficile presentarlo live, almeno per il momento. Quanto vi manca la musica dal vivo?

Tantissimo. Probabilmente suonare dal vivo è la cosa che amiamo di più. Andare in tour, conoscere nuove persone e divertirsi suonando sono le cose più entusiasmanti per una band. La musica dal vivo ci manca tanto anche da ascoltatori, visto che per anni andare ai concerti è stato il nostro passatempo preferito.

Un vostro vecchio pezzo si chiama 8/11, cosa rappresenta per voi questa data?

In realtà si trattava della data in cui abbiamo scritto il pezzo. Non sapendo poi come chiamarlo si è trasformato nel titolo. Poi, per pura coincidenza, abbiamo scoperto che l’8 novembre ci siamo esibiti per la prima volta dal vivo e che l’ultima puntata dell’Allieva è andata in onda quel giorno. È un giorno un po’ magico.

Come mai la scelta di cantare in inglese? Per il futuro pensate a qualcosa anche nella nostra lingua sulla scia di Mese e mezzo?

Il progetto è nato in inglese perché secondo noi si prestava molto meglio al genere che volevamo fare sia per un discorso di suoni che di metrica. I nostri ascolti erano principalmente in lingua inglese e di conseguenza anche il nostro sound. Abbiamo visto che provando a farlo in italiano si snaturava tutto tantissimo. Forse in futuro ci saranno altri episodi in italiano, ma per il momento preferiamo continuare a scrivere nella lingua che più ci permette di essere onesti.

E adesso un passo indietro: dal vostro primo lavoro sono passati ben 7 anni, che consiglio dareste ai voi stessi esordienti? Cambiereste qualcosa?

L’unica critica che possiamo farci è di non aver avuto un percorso lineare, ma forse questo è stato anche il nostro punto di forza per cui abbiamo ancora tanta voglia di suonare. L’unico consiglio che sentiamo di darci, quindi, è di rimanere sempre noi stessi. Solo così si riesce a rimanere sempre sinceri.

Se vi chiedessimo di riassumere Silly vain details in una sola parola, quale scegliereste? Perché?

Probabilmente maturità. Perché in questo EP siamo riusciti a racchiudere tutto il nostro percorso di questi anni, siamo entrati in studio con le idee chiarissime come mai prima ci era successo e in 5 giorni abbiamo fatto tutto.