Fadi
Interviste

Sanremo 2020: Intervista a Fadi

Fadi è in gara nella sezione Giovani del 70esimo Festival di Sanremo con il brano Due Noi, contenuto nel nuovo album in uscita oggi per Sony Music Italy / Picicca. Il giovane artista ci ha parlato della sua musica influenzata da tanti colori, esaltando così le sue origini sia africane (nigeriane) che italiane (romagnole), specificando di appartenere in qualche modo a entrambi i posti… Ecco cosa ci ha detto!

Ciao! Prima di tutto, complimenti per aver superato le selezioni di Sanremo Giovani: com’è stato questo percorso per te?

Diciamo che è stato molto particolare. Ero contento di essere arrivato tra i primi 60 cioè per me era già tantissimo. È stata una bella soddisfazione e una bella occasione.

Ti aspettavi di arrivare fino a questo punto o avevi aspettative diverse? È stata una sorpresa?

Non avevo tante aspettative quindi sì, per me è stata una bella sorpresa.

Oggi esce Fadi, il tuo nuovo disco. Lo hai chiamato con il tuo nome (d’arte) perché è una sorta di presentazione ufficiale della tua musica o “è una questione di ego”?

A me piace cantare, lo faccio perché mi fa stare bene. Meno mi metto in mostra meglio è. Molte delle canzoni che compongo le scrivo magari mentre aggiusto qualcosa

Infatti ho letto della tua passione per i motori come tuo padre

Sì, non sono un dottore come lui ma mi piace

E come mai la decisione di pubblicarlo pochi giorni prima di Sanremo e non durante la settimana del Festival?

L’album doveva uscire già da un po’ ma tra una cosa e l’altra abbiamo temporeggiato. Queste decisioni comunque vengono prese dalle persone che mi circondano perché io penso solo a fare la mia musica cioè alle mie passioni: per quanto riguarda la logistica mi faccio completamente aiutare dallo staff. Ognuno ha il proprio ruolo, ecco.

Come tu stesso hai dichiarato, nell’album hai voluto omaggiare la tua terra. Anche in Due Noi, il brano che porterai sul palco dell’Ariston, si sente molto un certo rimando alle tue origini

La mia terra è tra l’Africa e la Romagna: io sono nato a Rimini e cresciuto a Riccione, nel continente africano ci sono stato una volta 12 anni fa.

E com’è stato?

Bellissimo, ho visto paesaggi stupendi; ma anche in Italia ci sono dei posti di cui la gente non si accorge neanche. Da aprile mi sono trasferito nell’entroterra romagnolo e ho ritrovato dei posti che rievocano l’Irlanda. Bisognerebbe solo ricordarsene.

Quindi quanto sono importanti le tue radici per la stesura delle canzoni?

Sono importanti perché chiaramente sei influenzato da certi volti che incontri, da certe canzoni o certe storie. Ognuno ha la sua. Io mi metto davanti allo strumento e la musica arriva in modo naturale: ci sono tanti modi di far venire fuori una canzone, anche solo una passeggiata e una chiacchierata con un amico.

Per quanto riguarda invece la sezione dei Campioni del festival, pronostici? C’è qualcuno che ti piace particolarmente? Qualcuno per cui fai il tifo?

Ho sentito il pezzo di Levante durante le prove e mi piace molto, poi lei in generale mi piace proprio tanto. Tra i Giovani invece non ne ho uno preferito però la cosa bella sono proprio i rapporti che si creano. La televisione è un coltello a doppio taglio: con un coltello puoi far del male ma puoi anche togliere le schegge. È bello rapportarsi e fare amicizia con persone anche magari inaspettate che all’apparenza sembrano molto diverse da te.

Nella tua carriera hai già fatto tanti concerti, tra cui un opening per Francesco De Gregori. Com’è stata quest’avventura? C’è qualche altro artista per cui ti piacerebbe aprire un concerto?

Ho fatto un po’ di concerti. Quella di aprire lo spettacolo di Francesco De Gregori a Cesena è stata una bellissima esperienza: eravamo a Villa Torlonia (a San Mauro) e c’era anche il super Giovanni Colombre (di cui vi consiglio di ascoltare l’ultimo singolo perché è pazzesco). È stato davvero un onore. Ho avuto la possibilità e l’onore di aprire anche il concerto di Brunori SAS a Sogliano. Se dovessi scegliere un nome a caldo anche internazionale di cui mi piacerebbe aprire un live direi gli Alabama Shakes, The Black Keys, Ben Harper.

Il festival nel 2020 compie 70 anni. Qual è la tua canzone del cuore passata da Sanremo?

Ne ho un po’; però, forse perché ho avuto modo di incontrarla personalmente, scelgo Giorgia con E Poi.

Se dovessi descrivere la tua musica con una sola parola, quale sceglieresti? E per quale motivo?

Fadi, perché sono io.